Gli anni ‘30

Gli anni ‘30 sono caratterizzati da una grande agitazione politica e sociale: inizio del regime nazista, scoppio della Seconda Guerra Mondiale, periodo della grande Depressione e fine del Proibizionismo.

La crisi si affaccia su numerosi Paesi europei, prima tra tutti l’Inghilterra laburista, in ginocchio a causa dell’altissimo tasso di disoccupazione e ai sempre minori sussidi sociali garantiti ai cittadini. Tocca livelli massimi anche in Paesi come la Francia e la Germania, e proprio da questi anni di grave difficoltà economica il progetto hitleriano inizia a diffondersi a macchia d’olio.

Nel 1930 viene prodotto il lungometraggio Il re del jazz, uno dei primi musical a colori. Nel 1931 il boss Al Capone viene arrestato (per evasione fiscale!) e condannato ad undici anni di reclusione. Nel 1933 il Presidente degli Stati Uniti d’America, Franklin D. Roosevelt, nel tentativo di fronteggiare la Grande Depressione avvia la politica del New Deal. Quasi contestualmente, viene abolito il Proibizionismo. L’anno dopo, ad Hollywood, nasce la 20th Century Fox, casa di produzione che contribuirà non poco alla diffusione della cultura musicale di quel tempo.

Nel 1935 lo swing si afferma come componente definitiva del jazz e inizia a diffondersi in tutto il mondo. Si dà il via all’era delle numerose Big Band. Nel 1939 Frank Sinatra diviene il primo idolo dei giovanissimi grazie alla sua canzone All or Nothing at All.

Sotto l’influsso della crisi economica, le donne degli anni ‘30 vestono in modo più sobrio privilegiando le forme femminili: sono gli anni delle gonne sotto il ginocchio e strette in vita, delle calze e collant di nylon e del pantalone che diventa un capo di moda indispensabile. Grande punto di riferimento per la moda dell’epoca sono dive come Greta Garbo, Marlene Dietrich e Ginger Rogers, con le loro labbra rosse e acconciature ondulate con riga laterale.


L’arrivo della Swing Era

Negli anni ’30, in piena crisi economica e nonostante il Proibizionismo (speakeasy), periodo in cui la vendita, il trasporto e la produzione di bevande alcoliche sono illegali in tutti gli Stati Uniti d’America, si fa strada in tutto il mondo un nuovo genere musicale, lo swing.

Gli anni ‘30 segnano l’inizio della diffusione dello swing come genere definitivo del jazz e sono sinonimo per l’era delle numerose Big Band. Musicisti giovani con nuove idee conquistano il campo musicale. Le orchestre di due maestri del jazz come Count Basie e Duke Ellington, nonostante il loro stile contrapposto, saranno ancora di guida per lo sviluppo dello jazz fino agli anni ’40. Alcuni protagonisti della swing era da ricordare in questo contesto sono Benny Goodman, Glenn Miller, Woody Herman e Artie Shaw.

Velocemente lo swing delle Big Band diventa il genere più popolare egli Stati Uniti, fino ad essere scoperto anche dai musicisti bianchi. Il genere swing si distingue per la sua sezione ritmica e la sua “pulsazione” tipica: il bounce, che crea una base ritmica che lascia spazio per le improvvisazioni dei solisti. In questo contesto, strumenti come il sassofono e la chitarra diventano sempre più importanti.

Nella swing era degli anni ‘30 e ‘40 esplode il ballo sociale Lindy Hop (altrimenti conosciuto come Jitterbug) che nasce ad Harlem, New York, e si diffonde attraverso tutti gli Stati. Dopo la Liberazione del 1945, il Lindy Hop sbarca finalmente anche in Europa e in Italia dove nasce tutto un universo di cultura swing con le sue comunità che anche oggi non smettono di crescere.


Balli anni ‘30: il Balboa

Il Balboa (definito anche Balboa originale o Pure-Bal) è una danza di coppia che ha avuto origine nel sud della California già dopo il 1915 raggiungendo l’apice della popolarità nel 1930, quando i teenagers californiani sono costretti ad accorciare i passi dato che lo spazio è ristretto ed il jazz è caldo e rapido.

Si balla prevalentemente in posizione di stretto abbraccio, guidato con una connessione a tutto corpo. L'arte del Balboa sta nella sottile comunicazione tra il condurre ed il seguire, incluso lo spostamento del peso che la maggior parte delle persone che assistono non possono percepire. Di conseguenza il Balboa viene considerato più una "danza del ballerino" che una "danza per lo spettatore". Le sue precise origini sono oscure, anche perché la maggior parte dei ballerini di Balboa originali sono nel frattempo trapassati.

Il Balboa viene ballato su una grande varietà di ritmi. Dato che il passo base occupa uno spazio così piccolo, il Balboa può essere ballato su musica veloce (più di 300 bpm). Quando viene invece ballato su musica lenta (meno di 100 bpm), si ha più tempo per improvvisare variazioni e intricati giochi di gambe. Estremamente divertente abbinarlo al Lindy Hop in una performance mista.


Balli anni ‘30: il Collegiate Shag (o Shag)

Il Collegiate Shag è un ballo di coppia interpretato principalmente su musica swing uptime (a ritmo veloce, 185-200+ battiti al minuto). Appartiene alla famiglia delle danze swing indigene americane nate negli anni Venti e Trenta. Si ritiene che abbia avuto origine nella Carolina alla fine del 1920, e si sia successivamente diffusa negli Stati Uniti nel corso del 1930.

Oggi il termine Collegiate Shag è spesso usato in modo intercambiabile con Shag per fare riferimento a questo particolare stile di danza che diviene popolare tra i giovani americani durante l'era dello swing degli anni Trenta e Quaranta. In quell’epoca però il “Collegiate Shag” è riferito (così come altri balli locali del tempo) unicamente ad una danza popolare tra le folle dei college.

L'identificazione di una particolare variante “collegiale” trova probabilmente le sue radici in una tendenza nata a metà degli anni Venti: l’emergere di varianti collegiali di danze popolari. Iniziano quindi a materializzarsi balli quali Collegiate Charleston, Collegiate Rumba, Collegiate One-step, Collegiate Fox Trot, ecc. Questi tipi di danza impiegano, salti, calci, camminate pesanti, movimenti staccati e passi strascicati.

Il nome "Collegiate Shag" diventa in qualche modo standard nella seconda metà del XX secolo, nel periodo della “rinascita dello swing”, per differenziarlo da altri balli simili definiti come Shag.

Il passo base si balla faccia a faccia ("posizione chiusa") ma sfalsati (cioè, lead e follow sono petto contro petto, ma l’orientamento dell’uno con l’altra è tale che i piedi non sono punta su punta, ma si alternano come i denti di una cerniera). I partner stanno molto vicini, con la mano destra del lead posizionata sulla schiena del follow. Il braccio sinistro del follow può sia rimanere appoggiato sulla spalla del lead che aggrappato al suo collo.

Lo shag è ballato ancora oggi in tutto il mondo da un nutrito gruppo di appassionati.


Balli anni ‘30: il Jitterbug

Con il termine Jitterbug si indicano vari modi di ballare lo swing. Il nome viene da uno slang americano designante gli alcolisti affetti da delirium tremens, detto jitters. Questo uso del termine si impose con successo grazie a Cab Calloway il quale, vedendo ballare lo swing, disse che i danzatori sembravano un gruppo di jitterbug (alcolisti appunto) in pista da ballo per i loro movimenti sobbalzanti. Comunemente la parola indica sia un ballo swing sia un provetto ballerino di questa danza, ma è vero anche che più tipi di balli swing locali sono indistintamente chiamati jitterbug.

Negli anni 1940 il Jitterbug è molto in voga in California, quando ha grande successo il così detto "Western Swing", genere musicale permeato di country, pop e blues.


Balli anni ‘30: il Big Apple

Il Big Apple è sia un ballo di coppia che un ballo in cerchio che ha avuto origine nella comunità afro-americano degli Stati Uniti agli inizi del XX secolo.

L'origine esatta del Big Apple non è chiara, ma un autore suggerisce che la danza abbia avuto origine dal “ring shout", una danza di gruppo associata a osservanze religiose creata prima del 1860 da afro-americani nelle piantagioni del Sud Carolina e della Georgia. Il ring shout è descritto come una danza con "rotazione antioraria con ampi gesti delle braccia" somigliante quindi ad una grande mela. E 'praticata ancora oggi in piccole comunità del sud degli Stati Uniti.

Nell'autunno del 1937, quattro coppie del gruppo dei Whitey’s Lindy Hoppers si recano ad Hollywood, in California, per eseguire una sequenza di Lindy Hop per un film con Judy Garland dal titolo Everybody sing. Poco dopo il suo arrivo in California, Herbert "Whitey" White, il manager del gruppo, invia un telegramma in California a Frankie Manning per informarlo della nuova mania per il ballo chiamato Big Apple che sta spopolando a New York. Manning non ha mai visto il ballo prima di quel momento, ma in base alla descrizione coreografa la routine Big Apple per il gruppo. Dal momento che la danza è basata sulla combinazione di passi jazz già familiari ai Lindy Hoppers, quali Truckin', Suzie-Q, Boogies, è per loro semplice apprendere rapidamente i nuovi passi. Si esibiscono nella loro performance del Big Apple, ma la scena di danza viene poi tagliata a causa di una controversia tra il regista e Whitey, il cui gruppo non può usufruire di una sola pausa durante le riprese. Al ritorno ad Harlem, Manning insegna la sua versione del Big Apple ad altri ballerini del Whitey’s Lindy Hoppers, senza aver mai visto prima la versione del Big Apple coreografata dai ballerini del Roxy.

Nel 1937 il Big Apple diventa un ballo maniacale. Il 20 dicembre 1937 la rivista LIFE celebra il Big Apple in una foto su quattro pagine, stabilendo che il 1937 debba essere ricordato come l'anno del Big Apple.

Negli anni Ottanta, Lance Benishek e Betty Wood organizzano un tour negli Stati Uniti e in Europa per insegnare il Big Apple. Il 50° anniversario della danza viene celebrato nel 1988 a Columbia, Carolina del Sud, laddove tutto era iniziato.


Balli anni ‘30: il Jive

Il Jive o Jive jazz è una danza in ritmo di 4/4 proveniente dal Nordamerica. Viene ballata dagli afroamericani durante gli anni Trenta/Quaranta e rientra tra le discipline latino-americane.

Viene poresentata per la prima volta in pubblico nel 1934 da Cab Calloway. È una variazione molto vivace del Jitterbug. Nella sua prima formulazione, il Jive è ballato esclusivamente da danzatori neri. Successivamente viene ripreso dai bianchi che vi aggiungono numerose figure e vi apportano modifiche tecniche che ne complicano e appesantiscono l'esecuzione. Dopo la seconda guerra mondiale, con l'evoluzione del jazz verso il Bebop, il Breakaway diventa la base del Rock'n'roll, mentre il Jive viene sottoposto ad una serie di revisioni e perfezionamenti stilistici che ne fanno uno dei balli ancor oggi più prestigiosi a livello internazionale.

In un'epoca di forte recessione economica il ballo gode di uno sviluppo senza precedenti; le orchestre statunitensi di musica da ballo sono in forte competizione tra di loro e tutte alla ricerca di motivi per distinguersi dalle altre. Il direttore di una di queste, Benny Goodman, effettua degli esperimenti con il tempo di musica del Foxtrot; egli cambia gli accenti spostandoli dal primo e dal terzo batti­to rispettivamente al secondo e al quarto, ottenendo il ritmo della musica swing. I ballerini adattano a questo nuovo stile di composizione nuovi passi e nuove figure, ispirandosi al Lindy Hop. Alcuni anni dopo i soldati americani e canadesi diffondono lo swing durante la seconda guerra mondiale nelle varie nazioni dove combattono. In Francia questo nuovo ballo viene chiamato Be-bop, in Germania Blues Boogie, in Italia Boogie Woogie e nel Regno Unito Jive.

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