Lo Swing italiano

La paternità dello Swing italiano, nato sull’onda del filone americano, è da attribuire ad Alberto Rabagliati ed al Trio Lescano.

Rabagliati, trasferitosi ad Hollywood nel 1927 dopo aver vinto il concorso quale sosia di Rodolfo Valentino, nei quattro anni di non fortunata carriera cinematografica americana ha modo di entrare in contatto con i nuovi generi musicali quali il jazz, lo swing e lo scat. Rientrato in Italia nel 1931, intraprende la carriera di cantante (e successivamente di attore e conduttore radiofonico). Tra i suoi pezzi più famosi possiamo annoverare Ma l’amore no, Mattinata fiorentina, Ba-ba-baciami piccina, Silenzioso slow, Bambina innamorata, Amigos vamos a baillar, Guarda un po’, Ho perduto i tuoi baci.

Il Trio Lescano fu un gruppo vocale femminile in lingua italiana composto dal 1936 al 1943 dalle sorelle di origine ungaro-olandese Alexandra, Giudik e Catherine Leschan; quest’ultima nel 1946 lasciò il gruppo e fu rimpiazzata dall’italiana Maria Bria. Il nome Lescano è l’italianizzazione del cognome delle tre sorelle. Figlie d’arte (il padre Alexander era un acrobata ungherese, la madre Eva cantante d’operetta ebrea olandese), provenivano da una famiglia di musicisti e la loro carriera musicale fu quasi la logica conseguenza di tutto ciò. Divennero in poco tempo così popolari, che alla fine degli anni Trenta vennero chiamate ad inaugurare le trasmissioni sperimentali della radiovisione, la futura televisione, fino a ricevere nel 1942 da Vittorio Emanuele III, su proposta di Benito Mussolini, la cittadinanza italiana.

Nel corso della loro carriera spesso accompagnarono cantanti celebri come Ernesto Bonino (La famiglia canterina), Enzo Aita (Ma le gambe), Maria Jottini (Maramao perché sei morto), Oscar Carboni (Firenze sogna, Ti pi tin e Lungo il margine del fiume) e Silvana Fioresi (Pippo non lo sa e Il pinguino innamorato). Corposo fu anche il repertorio di canzoni tutte loro, soprattutto di genere swing, tra le quali ricordiamo Tulipan (cover del brano Tulip Time cantato dalle allora famose Andrews Sisters).

Ad Alberto Rabagliati e Trio Lescano seguirono tanti altri pionieri, che maturarono le loro esperienze grazie all’influenza dello swing americano conosciuto anche durante le loro tournée oltreoceano o semplicemente esibendosi a bordo dei transatlantici che facevano la spola tra l’Europa e il nord America.

Tra questi ricordiamo Natalino Otto (incise oltre duemila brani, tra cui la famosissima Mamma voglio anch’io la fidanzata, ripresa recentemente in versione rap dagli Articolo 31), Ernesto Bonino, i direttori d’orchestra della EIAR (“ritmi moderni” della RAI): Pippo Barzizza, Cinico Angelini, Tito Petralia, Giorgio Ferrari, i celebri Piero Piccioni e Nunzio Rotondo, famosi per l’innovativo programma radiofonico Eclipse. In seguito anche Fred Buscaglione si ispirò allo swing americano per le sue innovative canzoni. Un cultore dello swing fu anche Lelio Luttazzi che propose più volte questo genere musicale durante gli spettacoli RAI da lui presentati.

In tempi più recenti, famoso e stimato swingman italiano è stato Sergio Caputo, che soprattutto con i suoi primi album fece apprezzare questo genere alle nuove generazioni. Nella seconda decade degli anni 2000, nel tentativo di riportare alla luce questo genere, la cantautrice Simona Molinari si è concentrata su di esso fino a proporlo, con i progressivi lavori discografici, nella variante moderna dell’Electro swing.

 

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